sabato 27 dicembre 2014

2015: anno zero

Il prossimo sarà un anno importante.  Si terranno elezioni politiche in Spagna che potrebbero cambiare gli equilibri non solo nel paese iberico ma anche nel continente. Se come prevedibile il neo-nato partito Podemos otterrà dalle urne un risultato a doppia cifra (secondo i sondaggi è oggi attorno al 25%) i riflessi si faranno sentire. Podemos propone una politica contraria all'euro e la nazionalizzazione delle banche in stato di passività, per citare due punti fondamentali del programma. Podemos con la sua ascesa potrebbe rompere certi equilibri,  soprattutto l'asse franco-tedesco che oggi ingessa il nostro continente con assurde politiche di austerità utili solo alla Germania. Gli Stati Uniti hanno rilanciato brillantemente la loro economia con una aggressiva politica di bassi tassi e di emissione di moneta. Se questo tabu' verrà rimosso dalla BCE anche l'Europa riuscirà a ripartire. Se Podemos, e anche Siryza in Grecia, avranno un buon risultato alle urne, la politica europea dovrà cambiare, affermando il ruolo dei paesi del sud Europa. E' importante che emergano con forza partiti e movimenti capaci di rappresentare blocchi  sociali oggi dimenticati dalle forze politiche di grande coalizione, interessate solo a difendere lo status quo e gli interessi di potenti gruppi finanziari ed industriali. Questa Europa germanocentrica, inefficente e burocratica non serve a nulla. Va riformata in profondità perchè rappresenta alcune lobbies e non le classi medie. E' necessaria  la abolizione degli assurdi e rigidi parametri come il limite del 3% del deficit, il patto di stabilità e la impossibilità per la BCE di acquistare titoli di stato. L' Europa necessita un approccio meno ragionieristico e piu' solidaristico. Il 2015 sarà un anno fondamentale per verificare se l'establishment e i poteri forti riusciranno a imbrigliare quel vento di cambiamento, che si sta alzando forte nel mondo, che chiede cambiamenti nel modello economico e di sviluppo. Uno sviluppo sempre meno sostenibile e attento solo a favorire pochi a discapito della collettività e di un ceto medio il cui peso politico è oggi poco rilevante. Chissà se la politica riuscirà a seguire l'esempio di Papa Francesco, figura oggi di riferimento morale e unico a battersi davvero per la dignità dei deboli e per i diritti dei poveri. La chiesa due anni fa scegliendo un papa come Bergoglio ha deciso di rinnovarsi. La politica invece è ancora ostaggio di potenti lobbies e gruppi di pressione, non interessate a uno sviluppo economicamente ed eticamente sostenibile. Rappresenterà il 2015 il punto di svolta?

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